Non è possibile scrivere ciò che si vuole sul web e sui social: per alcuni commenti, infatti, si potrebbe essere accusati di un determinato reato. In particolare, un noto avvocato ha raccomandato di non scrivere mai determinati commenti sui social: ecco di quali commenti si tratta.
In un’epoca in cui la comunicazione avviene sempre più spesso sui social media, la libertà di esprimere la propria opinione sembra illimitata. Tuttavia, questa libertà ha dei limiti precisi, e superare tali confini può portare a conseguenze legali serie. Spesso, infatti, commenti apparentemente innocui o sfoghi impulsivi possono trasformarsi in vere e proprie trappole legali, trasformando chi li scrive in potenziali responsabili di reati come la diffamazione, le minacce, l’istigazione all’odio o la calunnia.
In effetti, spesso il comportamento online è soggetto alle stesse regole che disciplinano la vita reale. Ciò che si scrive sui social network, sia che si tratti di Facebook, Instagram, Twitter o altre piattaforme, può essere considerato una pubblicazione a tutti gli effetti. Per tale motivo, l’importanza di conoscere i limiti legali delle proprie affermazioni online è cruciale non solo per evitare sanzioni economiche ma anche per non trovarsi coinvolti in procedimenti giudiziari complessi. In questo articolo, parleremo di una tipologia di commenti che non si dovrebbero mai scrivere sui social media e quali norme giuridiche è bene conoscere per evitare di incappare in spiacevoli conseguenze. Scopriamo tutti i dettagli.
Non scrivete mai questo tipo di commenti sui social: un avvocato spiega perché si potrebbe commettere reato
L’avvocato in questione è Angelo Greco. Il noto legale ed esperto, in particolare, ha spiegato che non bisogna prendersela con le Forze dell’Ordine sui social. Secondo quanto rivelato dell’esperto, infatti, la Corte di Cassazione ha, di recente, stabilito che anche le offese online, in presenza di più persone, sono oltraggio al Pubblico Ufficiale. Se si insulta un agente, durante una diretta, oppure su un reel o, comunque, anche una storia con più spettatori, si rischia una condanna penale.
Secondo il diritto penale italiano, infatti, il reato di oltraggio al pubblico ufficiale si configura quando, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, si offende l’onore di un agente che, in quel momento, è nell’esercizio delle sue funzioni, e ci devono essere più persone presenti. Ora, continua Greco, con l’avvento dei social, la presenza di più persone non è solo fisica, ma anche virtuale. E questo, spesso, viene dimenticato, soprattutto quando si tratta di diffamazione: ma resta, comunque, diffamazione. Secondo le parole del legale, sarebbe meglio, dunque, evitare di commentare in maniera negativa i video in cui, ad esempio, un agente dà la carica sulla folla o, in generale, un qualsiasi contenuto pubblico che riguarda le Forze dell’Ordine.