Per coloro che lavorano ma vogliono continuare a studiare sono previsti alcuni diritti e determinate tutele per conciliare al meglio le due attività.
Per chi lavora e studia contemporaneamente, la sfida di gestire tempo ed energie tra occupazione e formazione può risultare complessa e stressante. Tuttavia, in Italia esistono normative e clausole contrattuali che agevolano i lavoratori studenti, riconoscendo l’importanza della crescita professionale e culturale. Questi benefici sono pensati per promuovere un equilibrio sostenibile tra le esigenze lavorative e l’impegno scolastico, incentivando così l’istruzione continua.
Tra i principali vantaggi riconosciuti ci sono il diritto a turni compatibili e permessi retribuiti per esami, l’assegnazione di 150 ore di permessi retribuiti previsti da molti contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), e la possibilità di richiedere un congedo non retribuito di 11 mesi dopo 5 anni di servizio. Esploriamo più a fondo questi tre punti per comprendere come tali opportunità possano rendere la vita dei lavoratori studenti più gestibile, garantendo loro un supporto concreto per il conseguimento degli obiettivi accademici senza compromettere la stabilità lavorativa.
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I tre vantaggi previsti per chi ha intenzione di lavorare e studiare contemporaneamente
1. Diritto a turni compatibili e permessi retribuiti per gli esami
Uno dei principali benefici riservati ai lavoratori studenti è il diritto di ricevere turni lavorativi compatibili con le proprie esigenze di studio. Ciò significa che le aziende devono garantire la flessibilità necessaria affinché i dipendenti possano organizzare i loro impegni accademici e non sono obbligati a svolgere straordinari. Oltre alla flessibilità dei turni, la legge prevede che i lavoratori studenti possano beneficiare di permessi retribuiti per sostenere gli esami. Questi permessi rappresentano un supporto significativo, consentendo ai dipendenti di dedicare il giusto tempo allo studio e alle prove senza temere di perdere la retribuzione.
2. 150 ore di permessi retribuiti previsti dai CCNL
Molti contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) in Italia stabiliscono il diritto a 150 ore di permessi retribuiti per motivi di studio. Questa previsione garantisce ai lavoratori studenti la possibilità di usufruire di un monte ore dedicato alle attività didattiche, come lezioni, seminari o preparazione agli esami, senza incidere negativamente sul proprio stipendio. Le 150 ore possono essere distribuite nell’arco di tre anni e sono utilizzabili anche per frequentare corsi di formazione professionale o per l’ottenimento di un diploma o di una laurea. Questo vantaggio è essenziale per chi intende progredire nella propria carriera accademica mantenendo il lavoro.
3. Congedo non retribuito di 11 mesi dopo 5 anni di anzianità
Infine, i lavoratori con un’anzianità lavorativa di almeno cinque anni presso la stessa azienda possono richiedere fino a 11 mesi di congedo non retribuito per motivi di studio. Questo tipo di congedo permette di concentrarsi a tempo pieno sulla propria formazione accademica senza dover abbandonare il posto di lavoro in via definitiva. Anche se il periodo è non retribuito, la garanzia di poter tornare alla propria posizione lavorativa una volta concluso il congedo rappresenta un incentivo forte per chi desidera completare corsi universitari o di specializzazione più impegnativi. Questo strumento offre l’opportunità di pianificare un percorso di studi in maniera più serena e focalizzata.