Personal trainer avverte: “Ho smesso di mangiare il riso basmati e dovresti farlo anche tu”, il motivo

La personal trainer italiana Natalia Gera ha recentemente pubblicato un video che ha acceso il dibattito sulla qualità e sicurezza del riso basmati importato. Gera ha dichiarato di aver eliminato il riso basmati dalla propria dieta e invita i suoi follower a fare altrettanto, sostenendo che il consumo di questo riso, proveniente principalmente da paesi come Pakistan e Bangladesh, comporterebbe rischi per la salute e l’ambiente.

Il riso basmati è “inquinante” e contaminato da sostanze nocive

Il primo motivo per cui Gera ha deciso di non mangiare più il riso basmati prodotto in India riguarda il suo potenziale inquinamento da sostanze nocive. Essendo coltivato al di fuori dell’Unione Europea, questo tipo di riso non è soggetto alle stesse normative stringenti che regolano l’uso di pesticidi e sostanze chimiche nei paesi europei. Gera ha sottolineato che i regolamenti europei sono molto severi in termini di controllo dei residui chimici e dei prodotti fitosanitari consentiti, per proteggere sia la salute dei consumatori che l’ambiente. Tuttavia, paesi come Pakistan e Bangladesh adottano norme diverse che permettono l’uso di pesticidi e conservanti vietati in Europa. Di conseguenza, il riso basmati importato potrebbe contenere tracce di sostanze che l’Unione Europea considera dannose e che in Italia non sarebbero ammesse.

L’impatto ambientale del trasporto: “Viaggia per un mese e inquina”

Il secondo punto critico evidenziato da Gera riguarda l’impatto ambientale del riso basmati dovuto al trasporto a lungo raggio. Provenendo da zone geografiche distanti, il riso basmati necessita di lunghi viaggi in container via nave per raggiungere i mercati europei, un processo che può richiedere anche più di un mese. Secondo la personal trainer, questo trasporto intensivo contribuisce significativamente all’inquinamento ambientale a causa delle emissioni prodotte dalle navi container, una delle principali fonti di CO₂ del trasporto marittimo. Gera ha suggerito che preferire riso a chicco lungo coltivato in Europa potrebbe aiutare a ridurre la nostra impronta di carbonio. Scegliere un riso prodotto localmente, infatti, significa diminuire l’inquinamento derivante dal trasporto e, al contempo, sostenere le produzioni europee, che rispettano norme più severe in termini di sostenibilità ambientale.

Trattamento con sterilizzanti: l’ossido di etilene e il rischio per la salute

Il terzo motivo citato nel video riguarda la necessità di trattare il riso basmati per evitare la formazione di muffe e la proliferazione di insetti durante il lungo viaggio verso l’Europa. Per assicurarsi che il riso giunga integro e privo di contaminazioni, viene spesso trattato con sterilizzanti, tra cui l’ossido di etilene, una sostanza vietata in Europa per l’uso alimentare. L’ossido di etilene è considerato potenzialmente cancerogeno e, in seguito a controlli più serrati, diversi lotti di riso importato sono stati ritirati dal mercato europeo negli ultimi anni per la presenza di questo composto. Gera avverte che il rischio per i consumatori europei è reale, poiché l’esposizione a questa sostanza potrebbe avere effetti negativi sulla salute, in particolare se presente in quantità elevate o se ingerita frequentemente.

La content creator ha sconsigliato di mangiare riso basmati ma non tutti hanno accolto favorevolmente il suo consiglio
La content creator ha sconsigliato di mangiare riso basmati ma non tutti hanno accolto favorevolmente il suo consiglio

Le reazioni al video e le accuse di “allarmismo”

Il video di Natalia Gera ha diviso l’opinione pubblica: alcuni hanno accolto i suoi suggerimenti, mentre altri hanno accusato la personal trainer di “allarmismo”. Alcuni esperti e appassionati di alimentazione hanno difeso il riso basmati, affermando che gli enti regolatori europei, come l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), monitorano attentamente i prodotti importati e applicano rigorosi controlli di qualità. Chi si oppone al messaggio di Gera sostiene che, sebbene sia vero che il riso importato possa contenere sostanze non ammesse in Europa, le quantità vengono comunque controllate e risultano inferiori ai limiti di sicurezza stabiliti dalla normativa europea. Inoltre, in risposta all’ossido di etilene, le recenti regolamentazioni prevedono un’intensificazione dei controlli sulle merci che provengono da paesi extra UE, riducendo il rischio che prodotti contaminati raggiungano i consumatori.

Cosa c’è di vero nelle parole di Gera?

Sebbene le parole di Natalia Gera abbiano suscitato forti reazioni, una parte delle sue affermazioni trova riscontro nelle norme europee, che vietano l’uso di determinati pesticidi e sostanze chimiche. Tuttavia, il riso importato è comunque sottoposto a controlli rigorosi, e gli episodi di contaminazione, sebbene possibili, non sono la norma. Scegliere riso prodotto in Europa può certamente ridurre l’impatto ambientale e garantire un’aderenza totale alle normative europee, ma il riso basmati, se acquistato da fonti controllate, rimane un alimento sicuro e molto apprezzato.

Lascia un commento