Cosa dice la psicologia delle persone che tifano sempre per i cattivi, nei film? Ecco la risposta e il profilo delle persone che supportano gli antagonisti.
Quando si guarda un film, è naturale identificarsi con un personaggio, ma hai mai notato di simpatizzare più per i cattivi che per gli eroi? Se la risposta è sì, sappi che non sei solo. Molte persone si trovano ad apprezzare più gli antagonisti dei protagonisti positivi, e la psicologia offre spiegazioni intriganti su questo fenomeno. Capire perché accade può aiutarti a riflettere sulle tue preferenze e sulle dinamiche psicologiche che si celano dietro la scelta di “tifare per i cattivi“.
La complessità dei cattivi nei film: più realistici degli eroi
I cattivi nei film, soprattutto in quelli più complessi, sono spesso costruiti con una profondità psicologica maggiore rispetto agli eroi. Gli antagonisti hanno spesso storie di sofferenza, traumi o motivazioni personali che li rendono più umani e realistici. Questi personaggi rappresentano lati dell’esperienza umana che includono errori, lotta per la sopravvivenza e ricerca di accettazione.
Secondo la psicologia, gli esseri umani sono naturalmente attratti dalla complessità. Gli eroi, spesso moralmente irreprensibili e privi di difetti importanti, possono sembrare troppo distanti dalla realtà. Al contrario, i cattivi mostrano le loro vulnerabilità e imperfezioni, qualità che li rendono più simili a noi. Questa identificazione può essere spiegata attraverso il concetto di ambivalenza morale: un sentimento che emerge quando ci relazioniamo con personaggi che presentano sia tratti positivi che negativi.
Empatia e identificazione: quando il cattivo è un riflesso di noi stessi
Un’altra ragione per cui potresti tifare per i cattivi è l’empatia. Alcuni villain rappresentano individui che, pur avendo intrapreso la strada sbagliata, sono stati spinti da motivazioni comprensibili. Un esempio classico è Darth Vader nella saga di Star Wars, nota in Italia Guerre Stellari. Sebbene sia il simbolo del male, la sua storia personale e il dolore che ha vissuto creano un senso di compassione nello spettatore. Vedere un personaggio affrontare la propria lotta interiore può farci riflettere sulle nostre difficoltà, sui nostri conflitti e sui momenti in cui ci siamo sentiti incompresi.
La teoria dell’identificazione proiettiva suggerisce che, quando vediamo un cattivo sullo schermo, possiamo proiettare su di lui le nostre insicurezze e frustrazioni. In questo modo, tifare per il cattivo diventa una sorta di catarsi, un modo per esplorare e accettare le parti più oscure di noi stessi senza sentirci giudicati.
Il fascino del proibito: la psicologia dell’attrazione per il potere
I cattivi incarnano spesso il desiderio di potere e la libertà di agire senza restrizioni. Essi infrangono regole, sfidano autorità e fanno ciò che vogliono senza preoccuparsi delle conseguenze. Questo aspetto risuona con quella parte di noi che vorrebbe essere meno vincolata alle convenzioni sociali. Secondo gli psicologi, la cosiddetta attrazione per il proibito è un fenomeno noto: siamo affascinati da ciò che è vietato perché ci permette di immaginare un mondo in cui siamo liberi da obblighi e restrizioni.
Un altro esempio è il Joker, il celebre nemico di Batman. Nonostante le sue azioni siano moralmente discutibili, il Joker è visto da molti come una rappresentazione del caos e della ribellione contro un sistema che a volte percepiamo come ingiusto. Supportare il cattivo può quindi diventare un modo simbolico per esprimere la nostra frustrazione verso le ingiustizie della vita reale.
Il bisogno di un’antieroe
La moderna psicologia spiega anche che la figura dell’antieroe, un cattivo con una morale distorta ma con intenti a volte condivisibili, ci attira perché offre una visione più sfumata del bene e del male. I cattivi come Severus Piton nella saga di Harry Potter o Walter White in Breaking Bad sono esempi di personaggi che, pur compiendo azioni discutibili, conquistano la simpatia del pubblico. In loro troviamo giustificazioni, ambizioni e una complessità che ci fa pensare: “Forse non è poi così cattivo“.
In conclusione, tifare per i cattivi non significa essere attratti dal male in sé. Piuttosto, è un modo per connettersi con le complessità e le contraddizioni della natura umana. I cattivi rappresentano la lotta contro le avversità, l’imperfezione e il desiderio di libertà che tutti abbiamo dentro di noi. La prossima volta che ti troverai a sostenere il cattivo in un film, fermati e chiediti: ‘Cosa mi sta dicendo questo personaggio su di me?‘. Potresti scoprire qualcosa di interessante sul tuo profilo psicologico.
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