Un uomo ha raccontato di aver riso in faccia al capo di un’azienda durante un colloquio di lavoro. L’imbarazzo lo ha portato ad alzarsi e andare via subito dopo quell’episodio. Ecco cosa è successo e cosa l’ha fatto ridere così di gusto.
Ogni giorno, nel mondo, decine di migliaia di persone sono alla ricerca di lavoro. A questa categoria appartengono individui con storie ed esperienze molto diverse tra loro. C’è sia il neo-laureato che il neo-diplomato che ha deciso di non proseguire con l’università. Al contempo, cerca uno stipendio chi ha lasciato l’azienda per cui lavorava in cerca di “nuove avventure”, ma anche chi è stato costretto a farlo per via della chiusura dell’impresa o a seguito di un licenziamento. Essendo questa una categoria molto ampia, sul web abbondano i contenuti informativi a essa rivolta.
Esistono migliaia di video e articoli scritti in cui esperti danno consigli di varia natura agli applicanti su come affrontare il colloquio di lavoro. Quasi tutti suggeriscono di vestirsi in maniera elegante, perché – si sa – “l’abito fa il monaco”, specie sul posto di lavoro. Alcuni suggeriscono di chiedere immediatamente quale sarà il salario, altri ritengono che sia sbagliato farlo alla prima occasione. Quel che è indubbio è che nessun esperto di Risorse Umane suggerirà di scoppiare a ridere in faccia al capo dell’azienda o a una persona qualsiasi seduta dall’altro lato della scrivania. Eppure questo è quanto successo pochi giorni fa un utente anonimo di Reddit, che ha condiviso la sua storia nella sezione “antiwork” (sì, esattamente: “contro il lavoro”).
Scoppia a ridere in faccia al capo dell’azienda durante il colloquio: il motivo
Ecco il contenuto del post Reddit: “Ok, mi sono candidato per un lavoro. Nell’annuncio c’era scritto che era a tempo pieno e che c’erano benefit pieni fin dal primo giorno. Quello che non c’era scritto era lo stipendio”. Malgrado ciò, l’uomo ha inviato una mail ed è stato convocato per un colloquio faccia a faccia. “Qui scopro che non è un lavoro a tempo pieno. Non possono garantirmi orari certi. Una settimana potrebbe essere zero e quella successiva cinquanta. Parole del capo“. E non solo: era un lavoro che presupponeva “frequenti e lunghi spostamenti” in auto, che però non venivano pagati né rimborsati, perché considerati alla stregua del percorso di un pendolare.
Accidentally laughed in a job interviewers face today at their terrible offer.
byu/hamsterdandy inantiwork
A detta dell’autore del post, però, è la parte successiva quella che lo ha fatto ridere di gusto. “Dato che si viaggia spesso, si dorme in vari hotel in giro per la nazione, che pagano loro. Posso accettare di dormire in una stanza d’hotel non di lusso, ma quando mi hanno detto che avrei condiviso la stanza con uno sconosciuto sono scoppiato a ridere. Sì, esatto: è un dipendente della loro azienda, che ha diverse sedi negli Stati Uniti. Ogni volta è uno diverso. A quel punto sono scoppiato a ridere, il capo mi ha guardato male e mi ha chiesto se volessi continuare con l’intervista. Ho risposto di no e sono fuggito via. Rischiare di essere aggredito in un hotel da uno sconosciuto per un’azienda che non ti garantisce un minimo di ore lavorative settimanali? No, grazie!“. Come ampiamente prevedibile, nei commenti quasi tutti l’hanno applaudito virtualmente per come ha gestito la situazione.