Una donna ha ammesso che il suo capo ha scoperto una chat di lavoro ‘privata’ con conversazioni ‘imbarazzanti’ e uno di questi le è costato il licenziamento. Ecco la sua versione sull’accaduto.
Lo diciamo o lo sentiamo spesso: la tecnologia ci rende schiavi. Gli smartphone ci hanno semplificato la vita ma a che costo? Sicuramente abbiamo dovuto rinunciare alla nostra privacy. Si è perso il conto delle relazioni finite perché uno dei due partner ha avuto accesso alle conversazioni dell’altro e vi ha trovato prove inconfutabili di infedeltà. La storia odierna, però, riguarda il lavoro. Una donna di nome Natalie ha raccontato pubblicamente di come lei e praticamente tutti i suoi colleghi siano stati licenziati nel 2019 per colpa di una conversazione che doveva essere privata ma che è stata letta dalle persone sbagliate. Persone sbagliate: i suoi datori di lavoro.
Natalie ha premesso che, in quel periodo della sua vita, lavorava per un’azienda dove praticamente tutti erano scontenti. In buona sostanza, l’opinione più diffusa è che il numero di dipendenti fosse molto più basso di quello necessario a lavorare con serenità. Insomma, ogni giorno ognuno di loro svolgeva il lavoro di due persone viste le richieste insistenti dei loro superiori. “Usavamo Skype for Business per parlare tra di noi. C’era un gruppo di soli colleghi. Quasi tutti i giorni ci lamentavamo di come la giornata fosse stata pessima, che eravamo stanchi e che i nostri superiori ci maltrattavano. Per riferirsi a loro usavamo solo l’iniziale, ma era facilissimo capire di chi stessimo parlando“.
Vittima di licenziamento per colpa di una conversazione ‘segreta’ (in realtà non lo era) di lavoro
Tutto è crollato quando uno dei suoi colleghi aveva annunciato le dimissioni. “Il morale era più basso che mai e per alzarlo abbiamo fatto un gioco. Ognuno doveva associare i verbi ‘baciare’, ‘sposare’ ed ‘evitare’ con tre personaggi: Stuart Little, Shrek e i nostri superiori”. Come prevedibile, molti dei presenti hanno fatto battute molto pesanti sui loro superiori, paragonandoli a Shrek o scrivendo che preferirebbero baciare il personaggio immaginario anziché uno dei manager. Un giorno, però, giorni e giorni di conversazioni finiscono nelle mani dei loro superiori. Per questo, viene convocata una riunione in cui Natalie (e i suoi colleghi) dovevano spiegare il motivo di tali conversazioni.
A peggiorare il tutto, tra l’annuncio della riunione e l’incontro vero e proprio sono passati “mesi”. Mesi durante i quali i dipendenti sono stati regolarmente pagati, ma esonerati dal lavoro. Quando il grande giorno arriva, come prevedibile, arriva anche un’umiliazione per l’autrice del racconto. “È stata l’esperienza più umiliante che abbia mai vissuto”, assicura. “Ho dovuto spiegare tante cose. La parte più surreale è quando mi hanno chiesto perché preferissi baciare Shrek a un mio superiore”. E ancora: “La parte più incredibile? Dopo alcune battute molto pesanti, proprio io ho scritto: ‘Immaginate se questa conversazione un giorno venisse letta dai nostri superiori. Siamo stati tutti licenziati quel giorno, l’intero team'”. Cosa che è successa, come è evidente. “La morale della storia è: non scrivete nulla sul vostro PC di lavoro che non vogliate venga letto da un vostro superiore”.